Il film “Iuventa” del regista italiano Michele Cinque racconta la prima missione di salvataggio in mare da parte dei ragazzi tedeschi della Jugend Rettet e.V. che, appena ventenni, hanno deciso di non restare inerti davanti alle morti in mare e di agire in prima persona per dare un segnale.
Il documentario non solo segue da vicino le tragedie che ogni giorno si ripetono nel Mediterraneo a discapito di innumerevoli vite umane anche per l’assenza di una politica europea attiva di ricerca e salvataggio, ma si pone anche un’altra domanda: cosa succede quando, crescendo, vediamo i nostri sogni scontrarsi con la realtà?
Il film pone l’accento non solo sulle richieste politiche avanzate dalla Jugend Rettet, ma anche e soprattutto sulla storia di questi ragazzi, che con le energie tipiche della loro giovane età credono fermamente di poter cambiare il corso delle cose.
Hanno fiducia nel fatto che l’Europa, davanti a un gruppo di ventenni con il coraggio di agire in mare aperto, non potrà più chiudersi davanti alla necessità di attuare un programma di salvataggio in mare.
Il loro idealismo è tipico di una fascia d’età in cui tutto sembra ancora possibile.
Ma il film si snoda nell’arco di un intero anno, durante il quale i protagonisti devono in parte prendere le distanze dai loro sogni giovanili e crescere in fretta.